Primavera e sbalzi d'umore : Cause e rimedi
17900
post-template-default,single,single-post,postid-17900,single-format-standard,bridge-core-2.6.5,qode-page-transition-enabled,ajax_fade,page_not_loaded,,side_area_uncovered_from_content,qode-theme-ver-25.5,qode-theme-bridge,disabled_footer_bottom,qode_header_in_grid,wpb-js-composer js-comp-ver-7.2,vc_responsive

Primavera e sbalzi d’umore

Primavera e sbalzi d'umore. Intervista al dott. Canil

Primavera e sbalzi d’umore

Primavera e sbalzi d’umore: cause e rimedi

Antenna Tre – Ore 13 del 20-04-2023

I: Ben ritrovati al nostro consueto approfondimento dedicato ai temi della salute. Oggi affronteremo il tema degli sbalzi d’umore. Con il cambio di stagione e l’arrivo della primavera ci possiamo riscoprire rinnovati ed energici ma persino all’opposto molto pigri, stanchi, nervosi e sottotono. Ne parliamo oggi con il mio ospite, il dott. Michele Canil, neuropsicologo e psicoterapeuta a Treviso.

Dottore, siamo davvero così tanto in balia dei cambi di stagione.

D: Tendenzialmente sì. L’essere umano interagisce molto con l’ambiente e possiede una particolarità: attraverso l’amigdala assegniamo dei significati agli eventi che hanno poi un’espressione emotiva. Ciò significa entrare un po’ nella ciclicità di ciò che gli eventi meteo piuttosto che le stagioni ci suggeriscono. Quindi, secondo la nostra predisposizione, gli aspetti genetici o della nostra esperienza, si crea una vera e propria sensibilità che viene poi memorizzata creando una serie di aspettative e abitudini che generalmente chiamiamo esperienza ciclica per cui ad esempio per qualcuno la primavera è una sorta di risveglio, per altri invece qualcosa di negativo.

I: Dottore, noi ci eravamo visti qui in studio parlando di quanto anche le festività natalizie influiscano sull’umore delle persone. Oggi ci ritroviamo per parlare di primavera, un cambio di stagione che influisce soprattutto sulle chi ha qualche fragilità e qquindi si può diventare un po’ nervosi, ansiosi. Anche chi solitamente è tranquillo può rientrare in queste caratteristiche?

D: In linea di massima, chi ha delle fragilità tendenzialmente poi le manifesta con la ciclicità di cui si diceva prima. E’ curioso come già la medicina dell’antica Grecia individuasse determinati periodo dell’essere umano: il tempo lineare, quello della continuità, e il tempo circolare, quello in cui poi riviviamo la nostra ciclicità. Laddove c’è una fragilità possiamo attenderci in modo abbastanza sicuro che tende a ripetersi fin quando non avviene una qualche perturbazione nella nostra vita, un cambiamento. Tanto più la nostra esperienza, soprattutto quella infantile, è sicura e serena, tanto più possiamo attenderci che un adulto sereno senza inciampi psicologici o psicopatologici.

I: Quanto le nostre esperienze infantili possono influenzarci sotto questo punto di vista?

D: Hanno una grande influenza perchè soprattutto i primi tre anni di vita sono particolarmente importanti perchè danno un po’ le direttive. Addirittura qualche esperto del settore suggerisce che diano il via a un certo sviluppo delle nostre aree cerebrali, quindi potrebbe fare una grossa differenza sul cambiamento delle proporzioni. Ad esempio, lo stimolare o meno il senso di paura in un bambino può comportare delle differenze persino anatomiche.

Sicuramente l’ambiente familiare, che è il micro-mondo nel quale impariamo a conoscere non solo gli aspetti esterni a noi stessi, ma anche proprio noi stessi. L’ambiente familiare è un vero e proprio rispecchiamento in cui impariamo a comprendere come siamo noi in base alle reazioni della mamma, del papà o delle figure di accudimento. Se viviamo in un ambiente particolarmente ostile, si crea una sorta di fragilità che verrà portata avanti a lungo.

I: Caratteristiche che vissute nel proprio ambiente familiare vengono poi emulate nella propria vita.

D: Sì. Addirittura ci può essere poi la tendenza a passare da vittima a persecutore. Quindi quello che ho subito da bambino e che è diventato poi un evento stressante, lo vivo come vittima; poi nell’età adulta posso diventare invece l’attore di quel tipo di violenza. Molte persone dicono “adesso che sono genitore mi riscopro simile al papà, alla mamma.

I: Mi sembra importante sottolineare che chi soffre di sbalzi d’umore non è pazzo o squilibrato, fa parte un po’ della normalità delle cose.

D: Assolutamente sì, fa parte della naturalità. Noi interagiamo con l’ambiente e questo è fondamentale; le statistiche dimostrano che il clima influenza molto l’umore delle persone, sia in positivo che in negativo.

I: Diciamo che la primavera è uno dei periodi dell’anno un po’ più potenti potremmo dire perchè c’è tutta questa filosofia del rinnovamento. Lei ha detto “interazione con l’ambiente”: in primavera cambiano alcune condizioni ambientali come la luce e la temperatura che entrano però in interazione con la biologia umana, quindi con le nostre caratteristiche individuali come ad esempio la produzione della serotonina.

D: E’ uno degli argomenti che in ambito psicologico è sempre di grande interesse perchè va a regolare l’umore, la visione negativa dei fatti, l’ansia, gli attacchi di panico. In primavera ci sono una serie di comportamenti diversi dovuti sia all’ambiente che alla socializzazione: chi ha una sorta di disagio con se stesso, subisce un momento di crisi e quindi vedere che il mondo fiorisce diventa un tema negativo perchè la persona sente di non poter partecipare a quella socialità e rinascita.

I: Mal di primavera, lo chiamano così. Quanto è diffuso? Possiamo tracciare una sorta di preponderanza maschile o femminile? O si eguagliano?

D: Possiamo dire che in tempi recenti si stanno quasi eguagliando. Bisognerebbe capire meglio se si tratta di una legittimazione di dire “non mi sento bene” o è davvero un aumento dell’incidenza di questi disturbi anche sul genere maschile. Bisognerebbe leggere i dati sul lungo termine.

E’ abbastanza diffuso quindi vale la pena creare anche una vera e propria prevenzione: le persone che sentono di avere crisi e ricadute in qualche disturbo psicopatologico è bene che ricorrano ad una profilassi in modo da non raggiungere mai un livello troppo profondo.

I: Sbalzi d’umore che spesso vengono associati al genere femminile indipendentemente dalla stagione. Ma mi pare di capire che anche il genere maschile pesso si trova di fronte a queste problematiche.

D: Sì, anche il genere maschile. Poi sappiamo anche essere biologico: il testosterone, l’ormone prevalente nel genere maschile, tende a dare maggiore stabilità rispetto agli estrogeni. Come abbiamo detto, comunque, quello che conta molto è l’esperienza, il tipo di vissuto di una persona. Un buon vissuto può scavalcare qualsiasi aspetto biologico perchè l’esperienza determina il senso delle cose.

I: Una spettatrice ci scrive: quando discuto con qualcuno mi sale l’ansia e non riesco a controbattere, inizio a confondere lettere e parole, sudo e non sono più in grado di relazionarmi con le persone. Che cosa possiamo rispondere?

D: Quando si verifica questo tipo di reazione è perchè c’è il timore di far valere la propria opinione. Qui, con altissima probabilità, abbiamo un timore che forse è anche traumatico (bisognerebbe chiederlo alla persona) del perdere l’altro. Quindi, questa probabile esperienza che può aver fatto in ambito familiare può aver attivato il timore di perdere la persona con la quale si discute. Ecco che in questo caso si comincia a sviluppare una personalità che tendenzialmente subisce. Qui l’indicazione è quella di andare in modo introspettivo a vedere qual è l’esperienza per poi capire come correggerla.

I: Durante il periodo della pandemia, del lock-down, le difficoltà si sono intensificate. Che ruolo ha avuto la pandemia in tutto questo?

D: In aggiunta ai disturbi già presenti, l’isolamento al quale siamo stati sottoposti ha messo in difficoltà un po’ tutti. L’importanza del fare rete per l’essere umano è grandissima perchè siamo animali sociali. Laddove non c’è socialità, bisogna capire perchè; qualcuno dice “é una mia scelta” e va rispettato ma bisognerebbe capire come mai è arrivato a quella scelta perchè magari dietro c’è una ferita. Abbiamo bisogno di relazione.

I: Il Suo punto di vista è molto interessante, anche perchè si è posizionato tra i primi psicoterapeuti in Italia ricevendo moltissimi pazienti anche dall’estero. Che direzione sta prendendo la nostra società?

D: Rispetto agli studi universitari devo dire che tendenzialmente stiamo arrivando a quella che era un po’ la previsione dell’OMS, quindi ci stiamo avvicinando a quello che è successo una ventina di anni fa negli Stati Uniti; siamo una società che va un po’ verso la solitudine, verso una sensibilità un po’ troppo alta a mio avviso per la sofferenza di tipo psicologico. Credo sarà molto importante spendersi per creare delle buone situazioni affinchè non si verifichi un ulteriore aumento della sofferenza.

I: Oggi assistiamo ad un aumento progressivo degli stati d’ansia?

D: Tendenzialmente sì. Siamo una società molto stressata già dal fatto che molte cose di ordine pratico nella nostra quotidianità vengono processate con complicazioni; quindi siamo molto impegnati nel portare a termine alcuni compiti che abbiamo tutti quanti, ma quello che manca è il tempo personale, manca il tempo per annoiarsi, per pensare alle proprie cose. Questo anche è stato un effetto, citando il lock down di prima. Ci siamo trovati improvvisamente a non avere più il sedativo del lavoro e degli impegni e quindi siamo stati costretti a pensare anche a noi stessi.

I: Come abbiamo detto, sono stati di ansia e stress che possono interessare anche i giovani che si manifestano con sintomi comportamentali. Penso ad esempio alla difficoltà di concentrazione, alla difficoltà di gestire l’impulsività.

D: In adolescenza c’è una necessità importantissima: il confronto che il gruppo esterno e con il mondo. In alcuni casi si sono verificati sugli adolescenti dei disturbi dovuti al discontrollo degli impulsi ma anche di altro tipo. Un altro disturbo abbastanza frequente sugli adolescenti che già avevano una personalità molto introversa è l’aver prolungato l’isolamento, il trovarsi ora in difficoltà nel reintrodursi in società. Questo è un altro capitolo di cui ci stiamo molto occupando che merita sicuramente molta attenzione.

I: Perchè veramente la socialità e le relazioni sono state compromesse da questo isolamento.

D: Sì, c’è chi ha recuperato abbastanza bene e chi invece ha subito una sorta di Hikikomori in cui vi è proprio un isolamento anche dalla famiglia. Ragazzi chiusi in camera con un disagio molto profondo, senso di colpa.

I: Può sfociare poi a lungo andare in disagi ben più complessi e importanti?

D: In una piccola percentuale può cronicizzare e dovremmo così considerarlo una patologia che purtroppo sta evolvendo verso qualcosa di più importante. Tutti gli altri ragazzi che stanno soffrendo un po’ questo isolamento prolungato vanno stimolati; fortunatamente devo dire che le famiglie si stanno anche muovendo per consultarsi e capire in che modo risolvere la questione.

I: Tutti segnali e disturbi nei cambi di stagione che, per quanto possano essere passeggeri, non vanno sottovalutati.

D: Vale sempre la pena prendere coscienza; essere consapevoli è già un grande punto di partenza, insieme al confronto con gli altri. Avere qualche buona amicizia e qualche passione ci aiuta a tenerci attivi nel mondo, non solo dentro noi stessi.

I: Una spettatrice ci scrive di essere preoccupata per gli effetti collaterali di un antidepressivo che le è stato prescritto e ci chiede un consiglio sull’utilità di proseguire con questa terapia.

D: L’utilità la fa chiaramente la diagnosi e la conoscenza della persona; qui sicuramente un collega psichiatra che ha prescritto la terapia, piuttosto che il medico di medicina generale, avrà sicuramente usato dei criteri. Mi sento di dire alla persona, in fiducia, che se c’è una prescrizione ha sicuramente un senso. Per quanto riguarda gli effetti collaterali, bisognerebbe capire che farmaco ma diciamo questo: gli effetti collaterali si hanno anche su semplici farmaci da banco, quindi bisogna capire se c’è una sensibilità particolare di tipo soggettivo. Se non c’è nulla in particolare, in genere sono farmaci molto collaudati.

I: Si sente sempre molto parlare di integratori come la vitamina D: può essere utile?

D: La vitamina D ha un ruolo molto importante ed è un argomento che ultimamente viene molto messo in evidenza soprattutto per noi tecnici. Consiglio sempre di analizzarla quando si fa un esame del sangue: tendenzialmente in Occidente siamo carenti; un buon livello di vitamina D è un’ottima base per il buonumore.

I: Ci sono professionisti a cui appoggiarsi nelle scuole per aiutare i propri figli?

D: Sì, dovrebbero esserci in tutti i livelli scolastici delle figure preposte ad individuare casi di bambini o adolescenti in difficoltà. Alcune scuole hanno proprio un servizio di psicologia scolastica.

I: Lei stesso, dottore, si occupa anche di disturbi dell’età evolutiva. Tornando agli sbalzi di umore dovuti ai cambi di stagione, ci dà qualche consiglio?

D: Partiamo dalle persone che stanno bene: sfruttare la stagionalità per fare le attività che magari possono essere utili, come il movimento fisico su cui si punta molto come prevenzione e come qualità di vita. Per le persone più fragili: provare ad entrare in contatto con gli altri; è un piccolo sforzo che può fare la differenza; stare un po’ di più esposti alla luce del sole, non solo per l’assorbimento della vitamina D (le indicazioni sono di mezzora al giorno), ma anche perchè questo implica che siamo in una rete di relazioni. Poi, se qualcuno vuole affrontare il cambio di stagione con l’integrazione o, in casi più gravi, attraverso gli specialisti, è sempre meglio farlo prima sapendo che si può andare in difficoltà con un determinato cambio di stagione.

I: Il primo passo è prendere coscienza che si sta vivendo questa situazione e affrontarla.

D: Attenzione che l’essere umano non è stabile come una linea retta, ma ha una sua fluttuazione che se ha picchi troppo alti o troppo frequenti, produce un certo malessere.

I: Si sente sempre parlare di tecniche di respirazione: possono anche queste essere utili per calmare dei momenti di ansia e stress?

D: Assolutamente sì. Esistono molti tipi di tecniche di respirazione che vengono proposte dalle scuole di yoga piuttosto che da colleghi professionisti. Sono tutte valide perchè sono una soluzione che io posso attuare subito ed imparare in modo autonomo.

I: Anche ad esempio tenere un diario con le sensazioni che proviamo, quindi mettere nero su bianco il nostro stato d’animo può essere utile a calibrarci?

D: Questa è una cosa molto interessante ed  anche molto utile che troppo spesso non si fa. Un diario aiuta a vedere in modo generale l’andamento di noi stessi. Ci dà sempre delle informazioni di ritorno e ci dice qualcosa in più che altrimenti ci sfugge nel vivere la quotidianità.

I: Dottore, perchè facciamo sempre molta fatica a chiedere aiuto? Perchè abbiamo difficoltà nell’ammettere di aver bisogno?

D: Perchè vogliamo apparire forti. Perchè pensiamo che dichiarare una propria fragilità sia come prestar fianco a chissà che attacco mortale. Perchè abbiamo il timore di dichiarare che non siamo esseri perfettamente autonomi, ma che tendiamo a funzionare bene in rete. Questo è un punto sul quale a volte la comunicazione, ciò che vediamo nei giornali o nelle pubblicità, promuove ma è una sorta di falso mito. La storia ci ha insegnato che attraversiamo periodi in cui c’è più solidarietà tra le persone e periodi in cui ve ne è meno perchè siamo dei piccoli narcisi, vogliamo apparire perfetti. I poter chiedere aiuto è importante ed è dimostrato scientificamente che chiedono aiuto più facilmente le persone che hanno avuto una base più solida nella vita.

I: Forse dobbiamo anche un po’ di più lavorare su noi stessi, sulla possibilità di accettare un fallimento.

D: Accettare il fallimento significa accettare parte della nostra natura e la capacità di andare avanti. Fallimento non significa che la persona è fallita.

I: E’ un concetto che facciamo fatica a passare anche ai più piccoli.

D: Io consiglio sempre alle mamme e ai papà di far sbagliare i propri piccoli, di fargli provare, ovviamente senza grossi rischi, e di accompagnarli ad accettare il fallimento perchè quel piccolo diventerà più ingegnoso e sarà più capace di far fronte agli ostacoli.

I: Chiudiamo con una domanda interessante perchè tocca un tema che non abbiamo mai affrontato che ci arriva da un telespettatore. “Credo di essere bipolare: come posso fare per capirlo?” Che tipo di disturbo è il bipolarismo?

D: E’ una classe diagnostica che indica quando ci sono aspetti depressivi che si alternano a momenti di ipo-maniacalità, cioè momenti in cui siamo troppo euforici e rischiamo di commettere qualcosa di scellerato, poco utile per noi. Proviene da una vecchia classe diagnostica che è il disturbo maniaco-depressivo; ve ne sono diversi tipi poiché possono esservi più disturbi depressivi o più disturbi di euforia. E’ un disturbo che va diagnosticato da un clinico, medico o psicologo, che è bene trattare perchè può mettere in serie difficoltà la persona. Invito questa persona quindi a rivolgersi al proprio medico o a un consulto con uno specialista.

I: Con che messaggio chiudiamo la puntata di oggi?

D: io direi, accettare la nostra natura e cercare di vivere nella socialità provando ad aiutarsi: quando si vede qualcuno in una situazione di difficoltà, provare a tendere una mano o, se ci troviamo noi in difficoltà, fare lo sforzo di chiedere aiuto. Questo farà la differenza perchè devia il corso degli eventi verso una risoluzione piuttosto che proseguire verso la sofferenza.

I: Grazie al dottor Michele Canil, neuropsicologo e psicoterapeuta a Treviso.

Guarda il video dell’intervista. PRIMAVERA E SBALZI D’UMORE: CAUSE E RIMEDI


No Comments

Post A Comment

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Il mio impegno personale è quello di lavorare in stretta collaborazione con i visitatori del sito e con i pazienti del Centro Psicologo Treviso, con una attenzione costante alle esigenze personali di ogni singolo essere umano. Per offrire, sempre, il miglior servizio e i più elevati standard di professionalità.