Legame tra madre e figlio | Michele Canil
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Legame tra madre e figlio

Legame tra madre e figlio

Costruire e mantenere un legame tra madre e figlio sano e vitale

Intervista per Albatros Magazine (n. 235 novembre 2022) a cura di Marco Zorzetto con la consulenza del dott. Michele Canil

Un legame  tra madre e figlio sano. Come tutti sappiamo, il ruolo della madre nei primi anni di vita del bambino è fondamentale per il suo sviluppo. Tanto che il legame che si forma tra la madre e il bambino durante questo periodo influenzerà direttamente la personalità e il comportamento che il bambino potrà avere nella sua età adulta. Il legame tra la madre e il bambino si crea dal momento della gestazione, e il loro livello emotivo aumenta durante il momento del parto, dell’allattamento e successivamente con le cure nei primi anni di vita del bambino. Pertanto, tutte le esperienze e le relazioni stabilite nel primo anno di vita di un bambino saranno essenziali per lo sviluppo della sua personalità. Ne parliamo con il Dott. Michele Canil, neuropsicologo, psicoterapeuta a Treviso e Vittorio Veneto e vice rettore dell’Accademia Internazionale Costantiniana delle Scienze.

PARLANDO DI LEGAME TRA MADRE E FIGLIO, Qual è il ruolo della mamma nello sviluppo della personalità di un bambino?

Nell’ambito del legame tra madre e figlio, Il ruolo della mamma è fondamentale per il bambino come per tutti i mammiferi. La madre ne determina la personalità: aiuta infatti il bambino a sviluppare il senso del sé, ad imparare a relazionarsi secondo le caratteristiche della mamma; è fondamentale che la mamma diventi una base sicura grazie alla quale il bambino può accedere a tutto il mondo dell’esplorazione e della sperimentazione. E’ l’esperienza che forma il carattere.

Che ruolo gioca il tatto nello sviluppo equilibrato del bambino?

Il tatto è uno di quegli aspetti importanti almeno quanto la parola perchè attraverso la parte corporea il bambino impara molte caratteristiche sottili del movimento, della percezione del dolore, della capacità di coordinazione. Il gesto materno dell’accarezzare il bimbo, così come l’accudimento, fa sì che il bambino evolva nella sua capacità di comprendere il sé corporeo. E’ dimostrato da molti studi come le mamme che non parlano sufficientemente ai propri figli o che non hanno una buona capacità di relazione con il corpo dei propri figli generano adulti o adolescenti molto meno capaci di avere una propria personalità e percezione corporea adeguata. L’aspetto relazionale e l’aspetto corporeo generano quello che viene descritto come “attaccamento sicuro”; è la parte di accudimento amorevole più importante.

 

Può spiegarci in cosa consiste il tatto affettivo e da cosa differisce dal tatto attivo?

Recenti ricerche hanno dimostrato quanto sia importante il tatto affettivo, ovvero un tatto lento, leggero, tipico di una carezza. Da questi studi è emerso come il bimbo, già dal grembo materno, percepisca le carezze della mamma che diventano la prima esperienza tattile affettiva. La carezza è importante quanto la voce materna per il bambino che deve ancora nascere. Sul piano neurobiologico costituisce una stimolazione che va a coinvolgere tutto il sistema emotivo come la capacità del bambino di percepire le azioni della madre.
Il tatto attivo generalmente si riferisce ad un’età più adulta ed è più generico ma comunque  importante.

Da quando il tatto affettivo acquisisce un ruolo determinante nella vita di un bambino?

Il tatto affettivo è determinante già da quando il bambino è contenuto nel grembo materno, quando comincia ad avere le prime esperienze sensoriali dal momento in cui sono sufficientemente sviluppati alcuni organi di senso, di tatto, di posizione.

Quali sono le sensazioni tattili che si attivano e come viene elaborata dal cervello l’informazione?

L’informazione viene elaborata dal cervello non solo sulla rappresentazione in corteccia rispetto agli organi di senso, che sono rappresentati in proporzioni molto particolari: abbiamo aree del derma, della pelle che sono molto più sensibili sia da un punto di vista di collegamenti neuronali ma anche e soprattutto per l’aspetto emotivo. Sono aspetti delle strutture profonde del cervello che vanno a creare un’interazione molto maggiore che coinvolge non solo organi di senso ma un insieme di funzioni emotive di ricompensa e anche di formazione del senso del sé corporeo e del sé psichico, infondendo anche elementi di sicurezza personale, di tranquillità, di poca ansia (dovuta a vuoto emotivo).

Se il tatto affettivo non è contingente alle situazioni vissute dal piccolo, che risvolti può avere questo nell’età adulta del bambino e come lo stesso gestirà il tatto affettivo nelle relazioni future interpersonali?

Questo può avere risvolti importanti. E’ dimostrato come persone che sono state poco accarezzate e poco coccolate dalla madre nei primi mesi di vita tendano a sviluppare una sorta di freddezza corporea nei confronti degli altri, addirittura fino al timore del contatto corporeo o ad incapacità di distinguere ad esempio l’ansia dal mal di pancia piuttosto che un sentimento rispetto ad un altro; in certi casi può diventare una patologia come ad esempio l’alessitimia, cioè l’incapacità di riconoscere le proprie emozioni. Quest’esperienza, da un punto di vista clinico, trova riscontro su persone traumatizzate con storie di abbandono precoce dove abbiamo potuto constatare la differenza rispetto ad altre che hanno invece ricevuto un adeguato accudimento.

NELL’AMBITO DEL LEGAME TRA MADRE E FIGLIO In cosa consiste invece la deprivazione di contatto?

La deprivazione di contatto è proprio l’esempio più estremo di come possa creare patologie a volte anche croniche, come ad esempio forme di psicosi e di schizofrenia in età adulta. In maniera meno estrema, può generare una personalità fredda e distaccata o incapace di amare e di sentirsi  amata.

E qual è invece il ruolo degli sguardi in età infantile?

E’ importante perchè anche qui la ricerca ci ricorda come il bambino che non vede espressioni facciali particolari nella madre può sviluppare patologie psichiatriche croniche. Ciò significa che il bambino ha un rispecchiamento nelle espressioni materne, comprende e riesce ad anticipare i sentimenti della madre, quindi va a sviluppare col tempo la capacità di capire i propri e gli altrui sentimenti e di anticipare le reazioni degli altri. Nella relazione tra madre e figlio, una madre che non permette di connettere sguardi, espressioni verbali e corporei depriva il bambino di una parte di esperienza fondamentale fino a fargli sviluppare disturbi importanti.

NEL CONTESTO DELLA RELAZIONE MADRE E FIGLIO Quali sono i consigli pratici che può dare alle giovani mamme sull’interazione corretta con i propri piccoli?

Provare ad interagire con i propri figli, parlargli, accarezzarli fin da quando sono nel pancione: questa è veramente la forma precoce di prevenzione migliore al mondo. Parlare, guardare, far capire le proprie emozioni, far capire la corporeità, il rapporto con il corpo è fondamentale per crescere adolescenti ed adulti sereni, sviluppati in ogni aspetto psichico e fisico. La parola d’ordine, per costruire un legame tra madre e figlio sano e vitale,  è quindi una sana interazione: sguardi, espressioni, carezze, accudimento, abbracci, tutto ciò che è utile ed amorevole.

Dott. Michele Canil

Psicologo, Psicoterapeuta

Neuropsicologo, Ipnosi clinica Terapeuta EMDR

Perfezionato in Psicofisiologia clinica, Genetica, Nutrizione.

Vice rettore dell’Accademia Internazionale Costantiniana delle Scienze Mediche Giuridiche e Sociali.

Opera nelle città di Vittorio Veneto, Conegliano, Treviso.

Il dott. Canil si occupa da molti anni di diagnosi e cura della depressione a Treviso, Conegliano e Vittorio Veneto. Oltre a ciò tratta molti disturbi psicosomatici, si occupa di cura dell’ansia e di attacchi di panico e molti altri tipi di disturbi. Opera in strutture ospedaliere ed in studio privato di Psicologia, Psicoterapia e Neuropsicologia.

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