Che cosa intendiamo per “dipendenza” presso il Centro Dipendenza Affettiva Treviso. Con il termine “dipendenza” si intende, nel “senso comune” e nella società moderna, la relazione di un individuo che convoglia una parte considerevole del suo tempo, delle sue emozioni, delle sue attività, nella circostanza di un rapporto difficile e problematico con un oggetto, una persona od un contesto. In genere questa “dipendenza” esclude progressivamente altri elementi della vita della persona. Questo può facilmente portare sofferenza, rabbia, emarginazione, solitudine, comportamenti disordinati o sintomi di vario genere.
In un senso più marcatamente clinico -così come parzialmente confermato dalle osservazioni condotte presso il Centro Dipendenza Affettiva Treviso Dr. Canil – l’organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) descrive il concetto di dipendenza patologica o di sindrome della dipendenza come “quella condizione psichica e talvolta anche fisica, derivante dall’interazione tra un organismo vivente e una sostanza tossica, e caratterizzata da risposte comportamentali e da altre reazioni, che comprendono sempre un bisogno compulsivo di assumere la sostanza in modo continuativo o periodico, allo scopo di provare i suoi effetti psichici e talvolta di evitare il malessere della sua privazione” (W.H.O., 2011). L’OMS pone dunque l’accento sulla dipendenza da sostanze o agenti chimici.
Anche nell’ultima versione del Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM-IV-TR, APA, 2000) e del Manuale di Classificazione delle Sindromi e dei Disturbi Psichici e Comportamentali (ICD-X, OMS, 1994) la nozione di dipendenza presuppone esclusivamente l’uso di sostanze psicoattive. Solo in altri disturbi di “personalità” si fa cenno alla dipendenza affettiva che, nella realtà del lavoro psicoterapeutico quotidiano e nella stessa esperienza del Centro Dipendenza Affettiva Treviso, fa invece parte delle sofferenze di un gran numero di persone che non hanno assolutamente altri disturbi come i sopracitati.
In qualsiasi relazione, affinché ambedue le parti si sentano soddisfatte, è indispensabile che accadano alcuni comportamenti che indicano alle parti stesse (reciprocamente) un feedback ritenuto “positivo”. Per “feedback positivo” si intende essenzialmente un’informazione di “ritorno” e quindi di esito dal/dalla partner che possa soddisfare o meno le aspettative. Questo avviene sostanzialmente in ogni genere di relazione sia essa amorosa o lavorativa o tra madre e figli o di qualsiasi genere. In via generale ciò determina se la relazione sia più o meno soddisfacente ed in caso contrario le caratteristiche personali di ambedue le parti saranno i fattori predittivi che suggeriranno quanto potranno resistere nel tempo le persone “insoddisfatte” in una relazione. Generalmente poco. Gli studi clinici condotti dal Centro Dipendenza Affettiva Treviso confermano che la “frustrazione” delle proprie ed altrui aspettative non è mai un incentivo per una lunga e duratura relazione, salvo rarissimi casi particolari.
L’assunto dal quale si muovono le nostre considerazioni come Centro Dipendenza Affettiva Treviso è il seguente: le basi per un rapporto paritario sono essenzialmente un equilibrio tra le gratificazioni che diamo e quelle che riceviamo. Ciò vale non solo per gli esseri umani ma molto più ampiamente per ogni forma di vita.
Nel caso in cui non vi sia questo “equilibrio” con il partner vi sarà uno sbilanciamento del bisogno di dipendere da una delle due parti:
troppo bisogno insoddisfatto o troppe gratificazioni offerte causano e generano sostanzialmente il medesimo dilemma nella dipendenza. In alcuni casi si da il via a relazioni d'amore molto complesse nella gestione che si arricchiscono purtroppo (dunque forse dovremmo dire che si impoveriscono) di drammi e gelosie, dubbi e asperità reciproche.
Il clima affettivo che si respira in queste relazioni di coppia che giungono in osservazione presso il Centro Dipendenza Affettiva Treviso è spesso di tempesta, con pochi e rarefatti attimi di serenità.
Nell’ambito delle osservazioni condotte presso Centro Dipendenza Affettiva Treviso appare evidente come il timore di perdere l’altro assuma uno spessore progressivamente maggiore generando uno stato di perenne allarme nel quale una delle due parti finirà inevitabilmente per dipendere moltissimo dall’altra (perdendo l’equilibrio della dipendenza sana). In una relazione che assume questi connotati si finirà per perdere di vista i propri bisogni essenziali e la persona dipendente affettivamente verrà completamente assorbita dall’impegno di “mantenere in vita” la relazione d’amore, arrancando quotidianamente. Collezionando così molte delusioni la persona che prova dipendenza affettiva perde la propria identità rischiando di tentare di assumere quella del proprio amato o amata. Dedicare incondizionatamente sé stessi diventerà una priorità che quasi mai permette davvero di ricevere l’amore sperato.
In particolare si discute più spesso, attraverso i media, delle relazioni amorose in cui una donna dipende affettivamente dal proprio amato ma viene puntualmente delusa; in una sorta di circolo poco sano si rinforza il comportamento di ricerca di attenzione dalla donna verso l’uomo che, disattento a lei, manifesta solo interesse per le proprie attività e la propria persona (in realtà, come osservato anche presso il Centro Dipendenza Affettiva Treviso, la Dipendenza Affettiva riguarda in molti casi anche gli uomini).
Così molto spesso (anche nella mia esperienza clinica di Titolare del Centro Dipendenza Affettiva Treviso) queste donne vivono un costante “squilibrio” molto frustrante che perlopiù da esito a numerosi disturbi psicosomatici (psicofisiologici come ansia, panico, depressione, disturbi del sonno, emicranie,dermatiti, disturbi della percezione di sé corporei e psichici, tendenza a farsi del male inconsapevolmente tra i principali) e grossi dubbi su sé e sul valore che assegnano e se stesse come “persona” in generale.
Il termine “dipendere”, così come lo intendiamo presso il Centro Dipendenza Affettiva Treviso, non è di per sé negativo purchè non sia portato all’estremo. Dipendere è fondamentale anche per gli esseri umani, oltre che per il resto del vivente. Tutti dipendiamo da qualcosa e qualcuno: diventa fondamentale mantenere sempre il sopracitato equilibrio. Cibo, acqua, calore, lavoro, affetti, macchinari e strumenti così come tecnologia e stile di vita: ogni cosa può rientrare in un’idea di “bisogno” ma nulla dovrebbe essere esasperatamente ingombrante nel nostro quotidiano da farci perdere di vista le altre parti importanti della nostra vita. Basti pensare che dalla nascita allo sviluppo siamo inevitabilmente dipendenti dalle figure genitoriali o caregiver ma con il tempo le nostre dipendenze (“ovvero persone o oggetti che soddisfano i nostri bisogni”) diventano sempre più complesse ma forse anche meglio distribuite.
Nella prospettiva del Centro Dipendenza Affettiva Treviso, “Amare troppo” e patologicamente significa essere dominati dalla paura di perdere la persona amata. Il timore di rimanere soli è una minaccia che conduce spesso i sentimenti di chi si scopre affettivamente dipendente.
Sfiducia in sé e negli altri, bassa autostima e traumi di abbandono o trascuratezza nell’infanzia creano un terreno (sfortunatamente) fertile per dipendere affettivamente. La letteratura scientifica e i dati in possesso del Centro Dipendenza Affettiva Treviso attestano che la tendenza ad avvicinarsi ad una relazione di dipendenza è strettamente legata all’esperienza materna: sia nel caso di un percorso di crescita con una madre che ha richiesto molta dipendenza ai figli/figlie ma anche nel caso in cui abbia soddisfatto troppo poco le aspettative di dipendenza dei propri figli. In entrambe i casi quei bambini saranno molto probabilmente adulti “dipendenti”.
Diventare “crocerossina” o “crocerossino” della persona “amata” non porterà a nulla se non ad altre frustrazioni ed altri abbandoni probabili in quanto autorizziamo inconsapevolmente gli altri a non avere rispetto di noi né a temere di perderci se non ci valorizzano.
Regalare noi stessi con devozione all'altro o all'altra e non venire ripagati negli affetti non può certo convincere “il” o “la” partner a cambiare sé stessi, anzi.
“Dietro una solida autonomia vi sono solo dipendenze di ottima qualità”