Dieci domande sull'amore | Michele Canil
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Dieci domande sull’amore

Dieci domande sull'amore

Dieci domande sull’amore

Dieci domande sull’amore. Intervista al dottor Michele Canil, psicoterapeuta a Treviso, per Albatros Magazine. Testo a cura di Marco Zorzetto

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L’amore muove la nostra vita, da quando nasciamo fino alla morte. Ce lo ricordano date significative come San Valentino, anche se la verità è che questa emozione – presente

anche nella maggior parte delle manifestazioni culturali e sociali che ci circondano – la percepiamo in modo diverso nel corso della vita. Man mano che cresciamo e maturiamo, scopriamo nuovi modi di sperimentare l’amore e di innamorarci e comprendiamo i nostri sentimenti da diverse prospettive. Ne parliamo con lo specialista, il dott. Michele Canil, Psicologo, Psicoterapeuta, Neuropsicologo, Ipnosi clinica, EMDR a Treviso, vice rettore dell’Accademia Costantiniana delle Scienze.

Le fasi della relazione amorosa

Fase 1. Euforia dell’innamoramento

E’ l’insieme di sensazioni fisiologiche e psicologiche: il senso di appartenenza, il bisogno, la dipendenza e molti altri aspetti, oltre a tutti i sintomi fisiologici come ad esempio l’avvertire un’emozione forte nel vedere il partner desiderato.

Fase 2: La stabilizzazione della coppia

Avviene quando si inizia a conoscere non solo la personalità ma anche le abitudini, lo stile di vita e quello che è parzialmente il background familiare del partner.

Fase 3: Il confronto con la realtà

Quando alcuni aspetti emotivi calano di intensità, si cominciano ad osservare le caratteristiche del partner anche da un punto di vista razionale.

 

Fase 4: La sperimentazione dell’indipendenza

Ad un certo punto subentrano anche, in gergo,  i “bisogni di dispersione della dipendenza”, cioè il bisogno di avere anche altre relazioni ed altri stimoli da alternare ovviamente alla vita di coppia.

Fase 5: Il riavvicinamento e la ri-nascita dell’amore

Avviene di solito in età più matura quando cambiano le abitudini e si stabilizzano nuovi modi di stare insieme, spesso dopo che i figli sono diventati maggiorenni o comunque indipendenti.

 

DIECI DOMANDE SULL’AMORE

L’amore ha un età o è l’età che cambia l’amore?

Sono vere ambedue le affermazioni. La prima perché alcuni tipi di innamoramento sono molto più frequenti in età giovanile, la seconda perché per alcune persone l’accumulo di esperienze cambia il punto di vista e quindi la modalità con cui si esprimono le emozioni, cambiano anche gli obiettivi dei desideri. Bisogna però dire che esistono sempre le eccezioni: ci può essere un innamoramento adolescenziale in età matura piuttosto che una scelta molto razionale in età giovanile, una regola che copra tutte le situazioni non esiste. Esiste invece un modo soggettivo di viverle e una linea di tendenza secondo l’età.

 

Parliamo del primo amore: perché è cosi difficile dimenticarsene?

E’ difficile dimenticarsene quando l’amore diventa un imprinting, con grandi costrutti di dipendenza e forti emozioni che si fissano sulla memoria; ma è un processo fisiologico e quindi diventa un’esperienza molto permeante.

Quali sono le peculiarità che caratterizzano il primo innamoramento?

Il primo innamoramento è caratterizzato innanzitutto da una forte dipendenza dove si cerca il soddisfacimento dei propri bisogni o di quelli dell’altro. Inoltre, da una bassa componente di ruolo, dove la persona viene scelta sulla base delle sensazioni più che di una riflessione a posteriori (che solitamente riguarda più un’età matura). I sentimenti comunque hanno anche un loro canale: spesso ci si innamora di una parte della persona che non è detto sia anche razionalmente riconosciuta. Spesso ciò che media l’innamoramento sono, oltre ai tratti fisici che possono evocare alcuni significati dando un    valore al partner (quindi a noi stessi), anche proprio la compatibilità: ciò che manca ad uno c’è nell’altro. O ancora il fatto di sentirsi apprezzati e quindi essere, oltre che compatibili, complementari.

Successivamente al primo amore, si passa progressivamente ad innamoramenti più consapevoli e razionali: qual è l’evoluzione psicologica di questo percorso?

L’evoluzione è appunto il passare da un aspetto emotivo e di soddisfacimento di alcuni bisogni, allo scoprire anche noi stessi e i nostri nuovi bisogni. Dopodiché, quella che viene chiamata razionalizzazione non è altro che un passaggio al ruolo quindi alle caratteristiche del partner anche sul comportamento, sugli obiettivi, sul sentire comune, su ciò che appassiona o la modalità con cui vivere. Sono aspetti più ragionevoli che si acquisiscono tendenzialmente un po’ di più con l’età matura oppure dove c’è stato un imprinting della propria famiglia di origine che ha educato meno alla dipendenza, all’emotività e a delle scelte ragionevoli.

 

Che ruolo giocano le delusioni nel corso degli anni nel cambiare la nostra percezione dell’amore?

Le delusioni contano molto perché creano una situazione di sofferenza che a sua volta determina nella persona un bisogno ed un’attenzione diversa. In fondo quindi sono necessarie ed educative anche le ferite in ambito delle relazioni d’amore. E’ sempre interessante in psicanalisi andare a vedere quelle che sono le ferite precedenti che si sono  quindi create nella relazione con i genitori perché quelle saranno predittive rispetto a ciò a cui potrà andare incontro un bambino o un adolescente nella vita adulta.

 

L’amore dell’età matura: in cosa differisce dagli amori adolescenziali e della prima giovinezza?

Da un lato le persone in età matura compiono delle scelte molto ragionevoli sulla base della serenità dello stile di vita. Dall’altro vi sono persone che perdono letteralmente la testa con costrutti adolescenziali e di forte dipendenza, quindi con un grande bisogno dell’altro e la paura di perderlo con conseguenti gelosie: questo dipende molto dall’apprendimento emotivo che c’è stato nell’ambiente familiare di origine e da ciò che si è potuto osservare nella coppia dei genitori o in esperienze di perdite o abbandono che spesso condizionano poi le scelte d’amore in età matura.

 

La percezione delle emozioni e delle sensazioni, variano a seconda dell’età anagrafica?

Sì, tendenzialmente variano in base all’età, ma vi sono spesso eccezioni: lo stile di attaccamento che ciascuno di noi ha vissuto nel passato determina il tipo di attaccamento che si avrà poi con il partner.

Ci parli dell’amore nella terza età: è tanto differente dall’amore della nostra giovinezza?

La terza età è un momento della nostra vita che possiamo coltivare laddove si creano situazioni nuove per vari motivi: persone che rimangono single per varie ragioni, oppure che riscoprono la vita di coppia dopo che i figli sono diventati adulti o che magari ritrovano una nuova dimensione di vita con il partner; diventa una sorta di rinascita. E’ sempre molto piacevole assistere a queste “rinascite” laddove ci si aspetterebbe invece una stabilizzazione in cui purtroppo a volte interviene la noia.

Esiste veramente “l’amore della vita” oppure si tratta solo di “adeguarsi” a molti compromessi?

Assolutamente esiste l’amore della vita. Adeguarsi diventa spesso una tecnica inconsapevole dove le persone di accontentano per il timore di rimanere sole. Io sconsiglio sempre questo tipo di atteggiamento quando non ci sono traumi alle spalle perchè alla lunga accontentarsi tende a non essere la scelta giusta per la persona. L’amore della vita esiste, bisogna avere pazienza nell’aspettare ma anche nel creare le situazioni giuste.

E’ possibile vivere felicemente anche senza amore?

In linea di massima è possibile vivere felicemente anche senza amore però, come dicono molti scrittori, l’altra parte di noi c’è ed è sempre meglio scoprire dov’è piuttosto che rinunciare a qualcosa di positivo che ci può veramente completare. In fondo siamo animali sociali.

Dott. Michele Canil

Psicologo, Psicoterapeuta

Neuropsicologo, Ipnosi clinica

Terapeuta EMDR

Perfezionato in Psicofisiologia clinica, Genetica, Nutrizione.

Vice rettore dell’Accademia Internazionale Costantiniana delle Scienze Mediche Giuridiche e Sociali.

Opera nelle città di Vittorio Veneto, Conegliano, Treviso.

Il dott. Canil si occupa da molti anni di diagnosi e cura della depressione a Treviso, Conegliano e Vittorio Veneto. Oltre a ciò tratta molti disturbi psicosomatici, si occupa di cura dell’ansia e di attacchi di panico e molti altri tipi di disturbi. Opera in strutture ospedaliere ed in studio privato di Psicologia, Psicoterapia e Neuropsicologia.

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